E 626: scopri l’ultima offerta Le Models

E 626 Oggi vi raccontiamo dei ruggenti anni ’20: ovviamente di champagne e cocotte ci interessa il giusto; da queste parti siamo più attratti da cosa, come e perché viene messo su rotaia.
Proprio negli anni ’20 ci si proietta verso un genere di locomotrici di nuova concezione, capaci di utilizzare l’ultimo, rivoluzionario ritrovato della tecnologia: l’elettricità.
Da una parte i Trifase, dall’altra progetti paralleli per utilizzare al meglio questa nuova sorgente di energia motrice: ecco come nascono le locomotive del gruppo E 626, le capostipiti del sistema di alimentazione in corrente continua a 3000V.

Sperimentate sulla Foggia-Benevento a partire dal settembre 1927, avevano sei assi (tutti motori, con i due centrali sono solidali al telaio e le due coppie estreme incluse in due carrelli imperniati al telaio) ed uno sviluppo del corpo-macchina che avremmo imparato a riconoscere come “classico”: il corpo centrale ospita le due cabine di guida e il grosso del motore; due avancorpi invece sono destinati ad ospitare le apparecchiature ausiliarie.

Una foto anni '90 della E 626.
Una foto anni ’90 della E 626.

Ne costruirono 448, tra il ’27 e il ’39: la fase di progettazione e di sperimentazione durò 5 anni, in cui vennero messi su rotaia 14 prototipi, in cui si testavano diverse configurazioni e componenti.
Sei motori le spingevano fino a 95 km/h le oltre 84 tonnellate (in alcune serie il peso arriverà addirittura a 97) e gli oltre 14 metri di lunghezza, grazie a una spinta di quasi 2800 cavalli che si scaricava su ruote con diametro 1250 mm.
Impiegate inizialmente su treni merci e passeggeri, nel dopoguerra vennero relegate al trasporto pesante fino – sostanzialmente – agli anni ’80.
Andarono in pensione nel 1995, e i 70 anni di onorato servizio fanno capire l’importanza storica delle E 626.

IL MODELLO – Le Models, grande interprete della tradizione modellistica italiana, ha appena lanciato sul mercato una perfetta riproduzione scala 1:87, per gli amici scala H0.

Il modello prescelto è la E 626.089 di seconda serie delle FS (con avancorpi di IV serie), costruita dalle officine SNOS (Società Nazionale Officine di Savigliano) ed assegnata al deposito di Milano Smistamento: Le Models la propone nello stato di fine anni ‘60/inizio anni ’70, ovvero con la livrea castano/isabella e i pantografi 42LR con base standard.

Il pantografo 42 LR installato sulla E 626 di Le Models
Il pantografo 42 LR installato sulla E 626 di Le Models

A proposito dei pantografi 42 LR, può essere curioso sottolineare che questo elemento è tipico delle E 626 di seconda serie, costruite dopo la Seconda Guerra Mondiale, al posto dei classici pantografi tipo 32.
Infine, la E 626.089 è stata riprodotta tenendo conto delle modifiche strutturali conseguenti a questo “cambio pantografo”: lo conferma la posizione degli isolatori, diversa tra i due tipi di pantografo.

Si tratta di una chicca ad edizione limitata e numerata, con tanto di certificato di autenticità. Un modello che ha riscosso un successo clamoroso: presso il nostro negozio è presente l’ultimo modello disponibile sul mercato, a poche settimane dal lancio.Tutti i dettagli sono fedelissimi con l’epoca di ambientazione, dal corpo della cassa con griglie laterali ai finestrini laterali delle cabine.
Addirittura le porte di accesso in cabina di origine sono in legno, e le iscrizioni di servizio e le date di revisione sono complete. Insomma, tutto curato fin nei minimi particolari: come piace a noi.

 

E 626: scopri l’ultima offerta Le Models

Un pensiero su “E 626: scopri l’ultima offerta Le Models

  1. Renato ha detto:

    La longevita’ delle E 626 (rispetto ad es. alle E 326 ed E 428) fu la geniale intuizione della distribuzione degli assi e del diametro contenuto delle sale montate.

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