
I TEE dovete immaginàrveli sfrecciare, con le livree rosso magenta e panna, su e giù per l’Europa, portandosi appresso nomi evocativi come “il Beethoven”, “il Jules Verne”, “il Goethe”, “l’Erasmo”, “il Moliére”, “il Friederich Schiller” : la créme della cultura europea degli ultimi 500 anni messa su rotaia.
Ci voleva un matto, nel 1957, a tirare una riga sulla Seconda Guerra Mondiale chiusa una dozzina di anni prima e decidere che sì, forse i binari – se visti dall’alto – potevano anche rassomigliare a dei punti di sutura attraverso cui ricucire il Continente nel modo più duraturo possibile: lasciando viaggiare le persone. Leggi tutto