Pierina, la prigioniera di guerra: storia della Gr. 897

La Gr. 897 “Pierina” in versione Märklin è lunga 14,6 cm.

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Per motivi dettagliatamente illustrati sin dai più elementari sussidiari scolastici, l’Italia nel novembre 1918 figura sorprendentemente tra le Potenze Vincitrici della Prima Guerra Mondiale.
Dietro questo profluvio di lettere maiuscole c’è la complicata vicenda del 1915, quando il Regno d’Italia rompe la Triplice Alleanza con Austria e Germania e oplà, d’un tratto si trova alleata con Francia, Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti contro gli “Imperi Centrali”.

Giusto, sbagliato, opportuno, sconveniente… i giudizi storici non sono il compito di un blog sui trenini elettrici, e il tono scanzonato di queste prime righe è appena giustificato dal secolo di distanza da questi eventi drammatici.
Fatto sta che nel 1918 “abbiamo vinto” (virgolette d’obbligo), e quelli che han perso devono pagarci i debiti di guerra.
Nel conto totale che viene presentato alla Germania, compaiono due locomotive.

Gr. 897 Pierina
La “Pierina” 001, in servizio a Milano Sempione in una foto d’epoca

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Così le due motrici FS Gr. 897, di origine teutonica, entrano a far parte delle Ferrovie dello Stato: nascono con il nome di T16¹ delle Ferrovie Prussiane (in servizio sulle ferrovie tedesche con il nome di BR 94 5-17) e fanno parte di una “famiglia” numerosa, con addirittura 1242 esemplari costruiti tra il 1913 ed il 1926.
Le due sorelline consegnate all’Italia arrivano nello Stivale nel 1919, direttamente da Stettino (oggi Polonia, nel 1919 Repubblica di Weimar) e con nelle ruote giusto giusto i chilometri necessari a percorrere il tragitto: nuove di pacca.

Peraltro, ad altri esemplari della serie T16¹ toccherà sorte analoga, sempre a titolo di risarcimento di guerra: 40 finiranno in Francia, 37 in Polonia, 36 in Belgio e 4 nel protettorato anglo-francese della Saar (altro ibrido politico-geografico comparso nella cartina europea di quegli anni, e concausa – nell’ordine – del malcontento tedesco, della crisi del ’29 e dell’ascesa del nazifascismo).

Gr. 897 Pierina
La 94 1538 a Limenau nel 2006, quando era ancora operativa.

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Nate nei cantieri Schwartzkoppf per trainare treni merci pesanti attraverso terreni anche montagnosi (addirittura il 61 ‰ di pendenza), le due Gr. 897 in Italia furono utilizzate sotto le loro potenzialità: certo, con appena due motrici non era pensabile imbastire un sistema organico di servizi, ma la destinazione alle linee di Milano Sempione e di Alessandria (poi trasferita al Deposito di Bologna) non rese giustizia alla qualità tecnologica delle due locotender.
Utilizzate per servizi di manovra pesante, furono ribattezzate “Pierina” dai ferrovieri: nessuno sa il perché, forse i macchinisti utilizzarono il nomignolo delle perpetue nelle parrocchie di campagna emiliane, ma il motivo è ignoto.

LA TECNICA – A livello ingegneristico, la Gr. 897 era una bella bestiola: i cinque assi accoppiati e il gioco di 26 mm concesso sugli assi estremi e su quello centrale – per limitare l’effetto del notevole passo rigido – le consentivano un ottimo inserimento in curva, assieme ad altri accorgimenti per l’epoca decisamente sofisticati.
Le due Gr. 897 avevano la carboniera più bassa rispetto ad altri esemplari della serie, e il modello 002 (quello prima “alessandrino” e poi “bolognese”) riprodotto da Märklin ha il calzino della ruota bianco – come in uso nelle Ferrovie Italiane.

Il motore a 2 cilindri esterni, a vapore surriscaldato, aveva una distribuzione a cassetto cilindrico e un meccanismo tipo Walschaerts. La caldaia aveva il preriscaldamento dell’acqua di alimentazione (con il dispositivo collocato in alto tra la cabina di guida e il duomo) ed una pressione di esercizio di 12 bar, che permettevano di sviluppare 1350 cavalli vapore e lanciare le sue quasi 85 tonnellate a 40 km/h di velocità massima.

Gr. 897 Pierina
Schema delle Br94 giunte in Italia – solo la campanella non è presente.

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Come detto, furono costruite tra il ’13 e il ’26, e rimasero operative in Italia fino al 1953. In Germania Ovest, invece, sopravvissero in servizio fino agli anni ’70: le ultime lasciarono il servizio nel 1974.
Ad Est, invece, le ultime superstiti servirono le ferrovie della DDR ancora per qualche tempo – anche se non si conosce la data ufficiale di fine impiego.
La highlander della serie, la 94 1538, terminò la sua vita dopo quasi un secolo di attività: a fermarla fu un grave danno alla caldaia nel 2012.

IL MODELLO – La 002 riprodotta da Märklin è caratterizzata dal fatto di avere sulla fiancata le scritte che caratterizzano l’immediato periodo postbellico: ha estese funzionalità sonore, tutti e 5 gli assi sono azionati dal motore, è predisposta per l’apparato fumogeno e i led delle luci di posizione si adeguano al senso di marcia.
La “Pierina” in versione Märklin (numero di serie 37164) è disponibile presso il nostro e-commerce in promozione speciale, 299 € anziché 349 €.

Come i migliori modelli Märklin, anche la “Pierina” ha estese funzionalità sonore e tutti e 5 gli assi azionati dal motore: realizzata in metallo, è predisposta per apparato fumogeno ed è dotata di tutti gli accessori sonori e digitali.

Pierina, la prigioniera di guerra: storia della Gr. 897

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