Quando le ferrovie svizzere cambiarono marcia: la Roco Re 460

FFS Re 460 - Svizzera
La FFS Re 460 in servizio in Svizzera

“Puntuale come un treno svizzero”: l’adagio proverbiale, alla fine degli anni ’70, rischiava di perdere gran parte del suo significato.
La rete ferroviaria elvetica non era più al passo coi tempi, sia sul piano delle infrastrutture sia per quanto riguardava il materiale rotabile.
Questa situazione portò al varo del piano “Ferrovie 2000”, una serie di interventi federali con un costo superiore ai 5 miliardi di euro finalizzati a modernizzare le gloriose ferrovie rossocrociate: grazie a questi fondi vide la luce un nuovo modello di organizzazione ferroviaria e, tra le altre cose, la produzione delle Locomotive ad Alta Velocità FFS Re 460.

LA SITUAZIONE NEL 1970 – Come in tutto l’occidente, la fase storica tra il 1950 ed il 1970 fu di grande espansione economica. Merci e persone iniziarono a circolare con grande facilità grazie alla motorizzazione di massa: la Svizzera non fece eccezione, e si trovò per 30 anni a potenziare la propria rete stradale.
Fin troppo, se è vero che nel 1970 per ogni franco svizzero investito nelle ferrovie ne venivano investiti più di 6 nelle autostrade.

Risultato? Traffico, molto traffico – con tutto quello che ne conseguiva sia in ottica di efficienza sia in ottica ambientale.
Sicché il governo elvetico si mise a studiare il problema, decidendo di mettere in atto un mastodontico ammodernamento della rete ferroviaria: era nato “Ferrovie 2000”, e sarebbe stato un successo.

La sede delle Ferrovie dello Stato Svizzere a Berna
La sede delle Ferrovie dello Stato Svizzere a Berna

FERROVIE 2000 – I primi a beneficiare del piano furono gli abitanti di Berna e Zurigo, giustamente. La capitale e il principale volano economico della svizzera furono collegate sempre di più, con un incremento del 75% dei convogli tra l’una e l’altra città già da fine anni ‘70; si decise inoltre che la stazione di Zurigo avrebbe funto da “merdiano di Greenwich” per gli orari ferroviari di tutta la Confederazione: da quel momento comandava Zurigo Centrale.
Sempre sul finire degli anni ’70 venne completato il Neue Haupttransversale – per gli amici NHT – che univa Zurigo, Berna e Olten: la spina dorsale della rete ferroviaria era in funzione, con un particolare occhio all’innalzamento delle velocità di percorrenza.

Loettschberg Gallery
L’inaugurazione della Galleria di Base del Loettschberg

QUALCHE NUMERO – La filosofia di base era garantire, nei 6 hub di intercambio la cui inaugurazione doveva essere effettiva nel 2004, l’arrivo di un treno ogni mezz’ora o ogni ora: sull’entusiasmo dello slogan “Non alla velocità più alta possibile, ma alla velocità più utile possibile” il governo nel 1987 tirò fuori oltre 5,4 miliardi di franchi svizzeri, diventati 7,5 nel ‘94.

Gottardo 2016
Il logo del progetto della Galleria di base del Gottardo

I lavori furono divisi in due tranche, una da concludersi nel 2004 e una nel 2022: per quanto riguarda la prima fase, essa implicò l’apertura di oltre 120 cantieri e la realizzazione di una serie di trafori alpini tra cui la mastodontica Galleria di base del Loetschberg, un tunnel a doppia canna lungo 34,5 km alla base. Se siete appassionati di mega-ingegneria, andatevi a guardare qualche documentario su Youtube e troverete nuove forme di piacere.
Lo scorso anno è stata poi inaugurata la Galleria di base del San Gottardo, 57 km di galleria anch’essa a doppio traforo, supportata da due gallerie “minori”, una di 20 e una di 15 km, costruite per ottimizzare il traffico.

LA FFS RE 460 – Fatte le ferrovie, giunse il momento di occuparsi delle locomotive. Ed ecco spuntare la Re 460, una locomotiva ad alta velocità progettata per raggiungere e mantenere una velocità di convoglio attorno ai 200 km/h.
Nel 1982 la SLM di Winterthur realizzò i primi quattro prototipi, ma furono un buco nell’acqua: molto meglio il progetto del 1985, basate sull’azionamento trifase già sperimentato più volte in commissioni precedenti.

FFS Re 460.041 by Roco
Eccola qui, la protagonista della modernizzazione svizzera: la FFS Re 460.041

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Le Re 460 furono ordinate in tre serie dal 1987 al 1990, e consegnate dal 1991 al 1994 in 119 unità complessive (numerate dalla 000 alla 118): lunga 18,5 metri, altra 4,3 e larga  3, i suoi quasi 8.300 cavalli sono capaci di lanciare le sue 84 tonnellate a circa 200 km/h. Obiettivo raggiunto.
Il loro ingresso in servizio, la FFS accantonò le Ae 3/6 I e le Ae 4/7 (locomotive risalenti agli anni ’20), e le Re 4/4 I (risalenti agli anni ’40, impegnate in servizi più locali).

FFS Re 460 by Roco
La FFS Re 460.041 delle Ferrovie Svizzere proposta da Roco nella livrea dedicata alla Croce Rossa Internazionale

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Roco presenta il modellino della 041/7, in scala H0, con una livrea decisamente particolare: nel Paese in cui la Croce Rossa Internazionale fu fondata nel lontana 1863, la Re 460.041/7 è stata vestita con le grafiche di una campagna di supporto della CRI.
Artuffo Modellismo ha poi in catalogo altri quattro esemplari della Re 460, tre in scala H0 ed uno in scala N prodotto da Minitrix.

Infine, per gli amanti della scala H0 che desiderassero completare il loro convoglio svizzero, da Artuffo si può trovare una serie di vagoni a doppio piano, tutti con illuminazione interna, per creare un perfetto treno svizzero nel vostro scenario.

Se poi anche voi, nel vostro plastico di casa, avete in programma un piano di riorganizzazione sullo stile “Ferrovie 2000”, fatecelo sapere: di sicuro sapremo cosa consigliarvi.

Quando le ferrovie svizzere cambiarono marcia: la Roco Re 460

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