La dolce lentezza: da Sankt Moritz a Zermatt, il viaggio del Glacier Express

Glacier Express«Serena si rintana nel suo maglione a collo alto, benedicendo i 22 gradi ventilati del vagone rosso che mettono una barriera molto più spessa della lamiera del treno: al di là delle vetrate, il tramonto sta rosseggiando sulle Alpi di Zermatt, e il Cervino sembra una cattedrale di pietra che Dio s’è costruito con le sue stesse mani.

La luce giallastra della carrozza batte obliqua sul bicchiere di bianco secco fermo appoggiato sul tavolino: Serena s’è divertita a guardare il liquido tornar ogni volta parallelo, non appena il Glacier Express inizia ad arrampicarsi sulle elicoidali per salire di quota. Non a caso, i bicchieri sono storti, il cortissimo stelo della flute è scientificamente diagonale.

Glacier Express

Il viaggio è durato quasi 8 ore, per coprire 150 km scarsi in linea d’aria: la fai facile, se non conti le montagne. Ma la realtà è diversa, e meno male: i chilometri diventano circa 350, mal contati, e si snodano attraverso picchi, creste, dirupi ed un oceano di bianco.
I depliant parlano col tono impostato, “291 ponti e 91 gallerie”, “il treno espresso più lento del mondo”. Serena li ha letti alla veloce e poi si è concentrata su altro.

La Lonely Planet appoggiata sul tavolino ha l’angolo destro sgualcito per le prime 50 pagine, colpa di un tragitto in borsetta più accidentato del previsto.
Serena la riprende in mano e la apre in corrispondenza del segnalibro giallino che la sua libreria ficca in ogni copia venduta: la pagina parla di Davos, racconta un sacco di dettagli inutili sul pattinaggio di velocità, sull’esclusività, sulle celebrità che hanno scelto un paesino sperduto in mezzo ai Grigioni per investire un’oncia del prezioso tempo della loro Glacier Expresspreziosa vita.
Un riquadrino invece ricorda che a Davos c’è lo Schatzalp Hotel, e che allo Schatzalp hanno ambientato il film di Paolo Sorrentino, “Youth”, quello in cui Michael Caine è un direttore d’orchestra in crisi esistenziale e il suo amico allegro Harvey Keitel alla fine è quello che si suicida.
A Serena “Youth” è piaciuto: le è piaciuta la scena in cui Michael Caine dirige il suono della foresta, e un paio di battute, e Maradona grasso a cui massaggiano il piede sinistro, e Madalina Ghinea che è troppo, troppo bella.

Ma tu sei meglio”, le sorride Massimo cogliendola alle spalle.

Effettivamente, Serena è fantastica nei suoi occhi verdastri dal taglio allungato; è bella nel viso affilato e nel movimento ordinato dei capelli scuri e ondulati.
È bella nei suoi orecchini a bottone dorati, a forma di conchiglia vezzosamente fuori moda, e nel rossetto scarlatto: il collo lungo è coperto dal maglione beige e l’espressione è a metà tra la sorpresa e l’amorevole fastidio.
Quello di chi scopre che qualcuno ti legge nel pensiero.

Ma no, non ti leggo nel pensiero. È solo che ho visto la Lonely aperta al punto giusto”, dice sedendosi. “E poi il tuo cellulare è aperto sulla pagina Wiki della Ghinea, e da lì il gioco è facile”.
Massimo, sei un pagliaccio”, lo rimbrotta Serena: sono quasi arrivati a Zermatt e domani son 5 anni che sono assieme.

Il viaggio era un desiderio suo ed è stata un’idea di Massimo: perché no, a un certo punto?
Così sono partiti da Sankt Moritz e si sono fatti trasportare attraverso i pendii della Svizzera, a lato di torrenti il cui ghiaccio pareva cristallo e paesini coi tetti coperti da 40 centimetri di neve. Il treno rosso arranca sul suo scartamento ridotto e supera gli sciatori di fondo e gli stambecchi che a volte si fanno scorgere a mezzacosta.

Glacier ExpressHanno pranzato a bordo: Serena ha preso zuppa di funghi, filetto e una fetta di torta. Massimo anche, ma come dessert ha fatto come i francesi, e si è fatto portare del formaggio con un po’ di pane.
I camerieri passavano mentre il treno sbucava da una curva su un laghetto gelato.

Quanto ti è costato il tutto?”, ci prova ancora una volta Serena.
Manco sotto tortura”, sorride un Massimo più leggero di oltre 300 euro, cibo e bevande escluse. E non è finita, perché Zermatt come costi non è esattamente l’Adamello.
Ma a Massimo importa relativamente, soprattutto pensando l’impegno che richiese a suo tempo il corteggiamento dell’allora praticante avvocato presso lo studio di sua fiducia.

Il sole sta scappando di fronte all’arrivo delle 5 del pomeriggio invernale; in lontananza si intravedono le luci ancora fioche della città di destinazione.
Le lenzuola fresche, e il camino della sala comune, e il vento alpino a sollevare i fiocchi dell’ultima spolverata: la fine di un semplice tragitto diventato qualcosa da ricordare».

U.M.

La dolce lentezza: da Sankt Moritz a Zermatt, il viaggio del Glacier Express

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