Vi raccontiamo la storia di Siemens e della serie Siemens Vectron, di cui abbiamo modellini per tutti i gusti: cliccate sulle foto per atterrare sui prodotti corrispondenti!
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Il grande pubblico mondiale iniziò a familiarizzare con il nome “Siemens” negli anni ’90, assieme al primo boom della telefonia cellulare: i Siemens erano telefonini meno modaioli dei Nokia, ma sufficientemente robusti e funzionali da ritagliarsi una consistente fetta di mercato.
Pochi invece sanno che Siemens è un gigante – davvero, un gigante – dell’industria mondiale, una di quelle aziende che operano in settori diversissimi e piuttosto impegnativi: sono capaci di cimentarsi nell’elettronica di precisione come nell’industria di consumo, nei finanziamenti come nell’automazione industriale; per gradire, ogni tanto costruiscono robette come centrali elettriche (le ultime tre in Egitto) o turbine per dighe (per esempio questa, in Cina).
Tra le altre cose, Siemens è uno dei principali produttori al mondo di veicoli per la mobilità urbana: metropolitane, tranvie e ovviamente treni. Come per esempio il progetto Siemens Vectron, di cui parliamo in questo articolo. Ma prima…
DUE PAROLE SU SIEMENS
Fondata più di 170 anni fa a Berlino (12 ottobre 1847), la Telegraphen-Bauanstalt von Siemens & Halske nasce come azienda di telegrafi, una tecnologia migliorata in prima persona dal patriarca Ernst Werner Siemens: inventore ancor prima che industriale, nonno Werner era figlio di una famiglia piuttosto nota di agricoltori della provincia di Hannover.
Non uno spiantato, ma nemmeno un privilegiato assoluto: per mantenersi gli studi, dovette iscriversi all’accademia militare prussiana prima di posizionare la sua famiglia sulla mappa sociale della Gente Che Conta.
Senza stare a snocciolare la strabiliante ascesa della Siemens (sia come industria, sia come genealogia), possiamo saltare alle conclusioni, ovvero lo status di Siemens oggi: presente in 190 Paesi (l’ONU ne riconosce 193), impiega circa 372.000 persone organizzate in 9 divisioni, dedicate sostanzialmente a qualunque cosa si possa produrre in grande.
Il gioco, ve lo assicuriamo, vale la candela: nel 2017 Siemens ha fatturato 83 miliardi (MI-LIAR-DI) di Euro, poco meno del PIL dell’Ecuador – che in classifica è al 63° posto nel mondo -, con un utile netto di circa 6 miliardi di Euro.
Tradotto, ogni anno Siemens guadagna circa un quarto di una Manovra Finanziaria italiana: nonno Werner può essere orgoglioso di come i nipotini hanno gestito la ditta.
LA TRADIZIONE FERROVIARIA
La prima volta che Siemens e treni vengono in contatto è nel 1879, quando viene commissionata a Siemens la prima linea ferroviaria elettrificata; contestualmente, Werner Siemens progetta una prima locomotiva elettrica.
Nel 1903, il primo record: una automotrice Siemens raggiunge i 200 km/h, e da lì in avanti iniziare a parlare di “alta velocità” diventa un programma più che un sogno. Già nel 1933 si vuole progettare la “Fliegende Hamburger” (Amburghese Volante), ma i tempi non sono maturi: nel 1965 invece le Germania è pronta ad accogliere la DB E103, per fissare ai 200 km/h lo standard del trasporto tedesco.
La storia proseguirà nel nuovo millennio sul binario (in tutti i sensi) dell’alta velocità, con il record mondiale di 357 km/h su rotaia stabilito nel 2006 e la commissione per i nuovi ICE 3 tedeschi, i Velaro, molto apprezzati anche dalle Ferrovie Statali Cinesi e Russe.
Non è solo la mobilità d’avanguardia il terreno di caccia di Siemens: a fine anni ’90 viene messa in cantiere la serie Desiro per il trasporto locale, con clienti in praticamente tutto il mondo, a inizio 2000 la serie Eurosprinter per cabotaggi un po’ più grossi. Ma attorno al 2010 una nuova sfida si profila all’orizzonte, un guanto lanciato da un altro big player planetario: il progetto TRAXX firmato Bombardier.
IL PROGETTO SIEMENS VECTRON
Del Progetto TRAXX vi abbiamo già parlato in questo articolo, e si può riassumere così: a inizio anni 2000 la canadese Bombardier decide di creare una locomotiva “in serie”. In pratica sviluppano un progetto-base di locomotiva estremamente versatile, personalizzabile a seconda delle richieste delle varie reti ferroviarie nazionali.
Ti serve una motrice per le pendenze accentuate? Va bene, due modifiche qui e là ed è pronta in un attimo. Vuoi una locomotiva merci? Due integrazioni al progetto originario e puoi trainare un palazzo. Scartamento ridotto? Pas de problème, ecco fatto!
Va da sé che la Bombardier inizia a produrre locomotive TRAXX col ciclostile, con commesse che arrivano a getto continuo da tutte le parti, non ci si sta dietro.
E quando in Siemens si rendono conto che la faccenda funziona – e funziona eccome – da una fumosa riunione del Consiglio di Amministrazione si alza una voce baritonale e quasi irritata: “E NOI NIENTE?!”.
Più o meno così nasce il progetto Siemens Vectron: per reazione, per risposta, ci piace immaginare anche per ripicca.
Cosa vogliono, questi canadesi, venirci a insegnare come si fa industria pesante?
In Siemens hanno già un discreto know-how in materia, stoppano il progetto Eurosprinter, tagliano via i rami secchi, perfezionano quello che c’è di buono e si buttano sul mercato nel settembre 2010 con un rapporto qualità-prezzo studiato per fare male a Bombardier.
Per recuperare il terreno, la carta Siemens Vectron i tedeschi decidono di giocarla pesante, iniziando la produzione secondo la raffinatissima teoria economico-industriale dell’ “a babbo morto”: tu intanto costruiscile, poi gli ordini arriveranno e noi avremo dei tempi di consegna che gli altri si sognano.
Va in effetti proprio così, e l’idea di crearsi uno “stock di magazzino” di locomotive è particolarmente apprezzata: gli ordini iniziano ad arrivare nell’ordine di qualche decina di macchine per volta, e a Berlino è tutto un tintinnar di bicchieri, specie dopo la parecchio sugosa commessa finlandese del 2013 – 80 Siemens Vectron tanto per iniziare, e un’opzione per altre 97 se tutto fila liscio.
Ciliegina sulla torta, una telefonata che arriva da Amtrak, ossia le Ferrovie USA: “Eeeehm, sì, abbiamo visto le Vectron… Sì, belline, proprio belline. Non è che ce ne mandate due o tre anche in NordAmerica? Ben gentili, grazie”.
Con tanti saluti a Bombardier.
LE SIEMENS VECRTON: CARATTERISTICHE TECNICHE
Come ampiamente detto, le Siemens Vectron hanno caratteristiche singole particolari, per essere adatte alle esigenze dei committenti. Estrarre una linea generale è perciò complicato, e domani potrebbe arrivare un nuovo cliente che decide di spingere in là questo o quel parametro.
Ad esempio:
- il banco di manovra è disponibile in due versioni (versione a corrente alternata e versione multisistema);
- la cabina è stata progettata seguendo le indicazioni di crash-test validi per il maggior numero possibile di Paesi;
- per ovviare all’omologabilità dei finestrini laterali, hanno deciso di eliminarli. Per vedere dietro si utilizzano le telecamere di manovra;
- i carrelli con trasmissione “Ritzelhohlwelle” possono essere configurati per velocità massime di 160 o 200 km/h. Se però serve, si può utilizzare una trasmissione ad albero cavo che porta la velocità massima fino a 230 km/h.
- il motore tendenzialmente è un elettrico da 8700 cavalli, ma se serve gli si possono accoppiare sistemi ausiliari diesel per tratte non completamente elettrificate.
Ad oggi ne hanno prodotte e vendute 200 in 7 anni (ma sarebbe meglio dire in 5 anni, visto che la prima messa su rotaia è del 2012): scommettiamo che siamo solo all’inizio?