Nel 1914 la Maschinenbau-Gesellschaft di Karlsruhe consegna la prima di 135 locomotive-tender a vapore al Granducato del Baden, le Classe Baden VI C che poi diventeranno le DB Gruppo 75.4: sono gli ultimi anni dell’Impero Tedesco, unificato definitivamente da Bismarck nel 1871 e sulla via della catastrofica Prima Guerra Mondiale.
Märklin Serie 146.0 versione viola: chi sono le figlie del TRAXX?
Per inquadrare a dovere la Serie 146.0 è necessario introdurvi nel magico mondo del progetto TRAXX.
Il progetto TRAXX è stato uno degli investimenti ferroviari più interessanti degli ultimi 50 anni: lo misero in piedi la tedesca ADtranz prima (una società operante tra il 1996 e il 2001 in Germania, risultato della joint-venture fra ABB Daimler Benz Transportation e DaimlerChrysler Rail Systems) e la nordamericana Bombardier poi.
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Rivivere gli anni ’80 con la FS E 633
Davvero dobbiamo scrivere un articolo per parlare delle FS E 633, conosciute anche e soprattutto come Le Tigri, le locomotive multiruolo che ha caratterizzato gli anni ’80 italiani? Di solito, nelle nostre brevi presentazioni proviamo a descrivere la locomotiva, contestualizzarla e dare due o tre dati tecnici per permettere ai nostri amici lettori di farsi un’idea. Ma qui, davvero, è il caso?
Märklin My World: il trenino… formato bambino!
MÄRKLIN MY WORLD: RISPONDERE ALLA VECCHIAIA – Oggi affrontiamo un argomento complesso: trasmettere una passione. Ci va un po’ di coraggio. Tutti quanti ci siamo sentiti trattati da vecchi quando abbiamo parlato del nostro hobby, e chi nega o è stato particolarmente fortunato oppure – più probabile – mente sapendo di mentire. Il problema dell’essere vecchi è sostanzialmente avere passioni, abitudini e interessi che i più giovani non hanno. E infatti, “ma che pretendi, che un ragazzino giochi coi trenini?”.
Un mulo da soma tedesco: la DB Gruppo 85
Si trova molto poco, in lingua italiana, sulla possente DB Gruppo 85, agile signorina da 133,6 tonnellate prodotta in 10 esemplari per conto di Deutsche Bundesbahn.
Una scarsa attenzione cui ripara Märklin con la sua 37099, modellino in scala H0 di questa vettura da traino principalmente merci utilizzata prima nel Reich e poi nella Germania Ovest.
La DB 103.1: l’immortale eroina del Parsifal
La competitività del servizio è sempre stata la principale leva di aggiornamento dei sistemi ferroviari: una corsa non solo su se stessi, ma soprattutto nei confronti delle altre categorie di trasporto, verso l’alto (gli aerei) e verso il basso (le automobili).
Fu proprio il progresso della motorizzazione di massa a far sorgere l’esigenza, a metà anni ’60, di aumentare le prestazioni medie dei treni a medio-lunga percorrenza: la Germania rispose a questa necessità mettendo in cantiere, letteralmente, la serie DB 103.1.
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La FS Gruppo 691: storia della Pacific italiana
La FS Gruppo 691 è la più bella, possente e potente locomotiva a vapore del nostro Paese: conosciuta anche come “la Pacific italiana”, fu il prodotto di un’idea ambiziosa di fine anni ’20.
Nei suoi oltre 30 anni di carriera è stata la protagonista del trasporto rapido nel nord Italia, in una corsa appaiata tra lo sferragliare delle sue ruote biellate da una parte e la incipiente elettrificazione dell’altra. Leggi tutto
Quando le ferrovie svizzere cambiarono marcia: la Roco Re 460
“Puntuale come un treno svizzero”: l’adagio proverbiale, alla fine degli anni ’70, rischiava di perdere gran parte del suo significato.
La rete ferroviaria elvetica non era più al passo coi tempi, sia sul piano delle infrastrutture sia per quanto riguardava il materiale rotabile.
Questa situazione portò al varo del piano “Ferrovie 2000”, una serie di interventi federali con un costo superiore ai 5 miliardi di euro finalizzati a modernizzare le gloriose ferrovie rossocrociate: grazie a questi fondi vide la luce un nuovo modello di organizzazione ferroviaria e, tra le altre cose, la produzione delle Locomotive ad Alta Velocità FFS Re 460. Leggi tutto
La Stampa parla di Artuffo: ecco i due articoli su di noi
La Stampa è il giornale della nostra città: venduto in tutta Italia, certo, ma scritto e pensato da e per Torino.
I torinesi le sono legati, anche se la leggono meno di un tempo; anche se in dialetto le affibbiano il nomignolo di “La Busiarda” – che certo non necessita di traduzione. Eppure, anche qui, emerge l’affettuoso distacco che il piemontese dedica alle cose cui tiene veramente. Per rispetto, per disincanto, per – termine chiave, da queste parti – pudore.
Plastico alla francese? Te lo spiega Riccardo
Il nostro amico Riccardo è un ingegnere del ramo ferroviario, ed è un appassionato da dieci e lode. Ci ha mandato le foto del suo plastico e ci ha raccontato i suoi progetti fermodellistici.
Fatelo anche voi, vi pubblicheremo e – se vorrete – vi daremo qualche dritta per portare avanti il vostro progetto.
E 626: scopri l’ultima offerta Le Models
Oggi vi raccontiamo dei ruggenti anni ’20: ovviamente di champagne e cocotte ci interessa il giusto; da queste parti siamo più attratti da cosa, come e perché viene messo su rotaia.
Proprio negli anni ’20 ci si proietta verso un genere di locomotrici di nuova concezione, capaci di utilizzare l’ultimo, rivoluzionario ritrovato della tecnologia: l’elettricità.
Da una parte i Trifase, dall’altra progetti paralleli per utilizzare al meglio questa nuova sorgente di energia motrice: ecco come nascono le locomotive del gruppo E 626, le capostipiti del sistema di alimentazione in corrente continua a 3000V.
Märklin DB 10: il canto del cigno nero
Da un certo punto di vista, è un gran peccato che l’epoca del vapore sia terminata: per andare a spanne, nell’Occidente il vapore va in pensione a fine anni ’60 per essere sostituito da forme di propulsione più sostenibili economicamente.
E ci mancherebbe, per carità.
Ma a guardare il solo lato del design, beh, sarebbe stata una goduria. Cosa avrebbero tirato fuori i progettisti in termini di aerodinamica, di utilizzo degli ingombri, di innovazione dei materiali se fossimo andati avanti… su questi binari?
Un piccolo indizio lo dà questo splendido prototipo Märklin del gruppo DB 10, una locomotiva capace di rubarti lo sguardo tra gli spigoli, le curvature delle paratie e quel suo rosso brillante nostalgicamente fuori dal tempo.
Vi raccontiamo la sua genesi.
La Artuffo E 570 trifase: una serie storica
LA STORIA DELLA ARTUFFO E 570 TRIFASE – Gli anni d’oro delle locomotive a vapore iniziano a vedere la fine: già negli anni ’20 le ferrovie dei vari Paesi stanno valutando alimentazioni differenti dal carbone, carburante costoso e di non semplicissimo reperimento. L’approvvigionamento del carbon fossile, infatti, è soggetto a una serie di variabili non banali, che nei casi più estremi ha portato niente meno che a tensioni addirittura geopolitiche.
In un’Italia pervasa dalle spinte futuriste si comprende già la direzione che prenderà il domani: spostamenti rapidi, di massa, frequenti. E il carbone non basterà più.
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Trenini marchio Artuffo: cuore italiano da oltre 40 anni
Promo Rivarossi: vapore oggi, 20 € a dicembre
Vapore a luglio, sconto a dicembre: speciale promozione Rivarossi per questo mese, dedicata ai clienti che tra il 1° ed il 31 acquisteranno una locomotiva a vapore.
Recandosi presso il nostro negozio di corso Giulio Cesare a Torino oppure acquistando direttamente sul nostro e-commerce www.artuffo.com, ai Rivarossisti verrà consegnato un buono da 20 euro, da utilizzare su un prossimo acquisto Rivarossi o Lima nel mese di dicembre – per fare (o forse… farsi?) un regalo sotto Natale.
FS D.342: una storia di sorelle anni ’50
Alla fine degli anni ’50 le Ferrovie dello Stato decidono di mettere in produzione il modello D.342: bisogna mettere 20 motrici su rotaia, e farlo con una qual certa premura.
Lo scopo del gioco era ridurre le locomotive a vapore e percorrere soluzioni nuove, come ad esempio la propulsione diesel-idraulica.
Gli appalti vennero dati a quattro costruttori differenti: Fiat, Breda, OM ed Ansaldo.
Pierina, la prigioniera di guerra: storia della Gr. 897
Per motivi dettagliatamente illustrati sin dai più elementari sussidiari scolastici, l’Italia nel novembre 1918 figura sorprendentemente tra le Potenze Vincitrici della Prima Guerra Mondiale.
Dietro questo profluvio di lettere maiuscole c’è la complicata vicenda del 1915, quando il Regno d’Italia rompe la Triplice Alleanza con Austria e Germania e oplà, d’un tratto si trova alleata con Francia, Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti contro gli “Imperi Centrali”.
Trans Europe Express TEE: tra CCCP e l’inizio dell’Unione
I TEE dovete immaginàrveli sfrecciare, con le livree rosso magenta e panna, su e giù per l’Europa, portandosi appresso nomi evocativi come “il Beethoven”, “il Jules Verne”, “il Goethe”, “l’Erasmo”, “il Moliére”, “il Friederich Schiller” : la créme della cultura europea degli ultimi 500 anni messa su rotaia.
Ci voleva un matto, nel 1957, a tirare una riga sulla Seconda Guerra Mondiale chiusa una dozzina di anni prima e decidere che sì, forse i binari – se visti dall’alto – potevano anche rassomigliare a dei punti di sutura attraverso cui ricucire il Continente nel modo più duraturo possibile: lasciando viaggiare le persone. Leggi tutto
Union Pacific Challenger: Märklin alla conquista del Far West
Un fulmine nero corre nel deserto dello Utah, il metallo sferraglia in un meccanismo fluido e rabbioso, il latrato del fischio lacera il silenzio del niente: siamo nel 1939 e la Union Pacific Challenger sta vivendo i suoi anni gloriosi.
Anche l’Europa in quell’anno sta correndo a gran velocità, con destinazione la tragedia: Adolf Hitler ha appena invaso la Polonia, Winston Churchill ha rotto gli indugi di fronte alla spregiudicata politica del Reich. È guerra, sarà un massacro lungo 6 anni.
La dolce lentezza: da Sankt Moritz a Zermatt, il viaggio del Glacier Express
«Serena si rintana nel suo maglione a collo alto, benedicendo i 22 gradi ventilati del vagone rosso che mettono una barriera molto più spessa della lamiera del treno: al di là delle vetrate, il tramonto sta rosseggiando sulle Alpi di Zermatt, e il Cervino sembra una cattedrale di pietra che Dio s’è costruito con le sue stesse mani.